Thursday, October 9, 2008

Tishrei 10, 5769: Yom Kippur 2008
Oggi e' una giornata speciale per la comunita' ebraica di tutto il mondo: Yom kippur, il giorno dell'espiazione e del perdono.
E' il mio secondo Yom Kippur. Non e' facile osservare un digiuno di 25 ore, ma sai che non sei sola ed allora affronti tutto con piu' forza. Inoltre il pomeriggio trascorso in Sinagoga ti aiuta a riflettere su te stesso e su cosa desideri veramente. La benedizione e il perdono dei peccati dona infine un senso icredibile di rinascita.
Non sono nata da una famiglia ebrea, ma cattolica "apostolica e romana"... anche se in realta' ai genitori non e' mai importato un granche'. La loro unica "imposozione" pseudo religiosa e' l'avermi imposto 5 anni di inferno e prigionia in un liceo retto da Gesuiti.
Scontati i 5 anni, con la consegna del diploma ho sancito il mio distacco definitivo dalla Chiesa Cattolica e soprattutto dall'ipocrisia dei suoi reggenti.
Per anni il concetto di religione e fede mi e' stato del tutto estraneo. Semplicemente la religione non faceva parte della mia vita.
Dopo la laurea ho iniziato a lavorare per una compagnia di Crociere, il cui servizio d'ordine era gestito da una societa' israeliana. Mi innamorai del Chief Security, un maggiore dell'esercito israeliano in congedo.
Quella che era nata come una storiella "da nave" (ovvero dura il tempo di un imbarco), e' andata avanti trasformandosi in un rapporto piu' serio e consapevole.
Nacque quindi in me il desiderio di conoscere meglio la cultura e le tradizioni millenarie che appartenevano al mio compagno. Prima di partire per un lungo ingaggio in sud America, comprai moltissimi libri i cui temi dominanti erano ebraismo e Israele. Avevo sete di conoscenza: sapere, imparare, capire erano un modo per sentirmi piu' vicina al io amore lontano.
Pian Piano stava pero' crescendo in me un sentimento molto piu' complesso della mera curiosita'.
Mentre il mio amore per Itay attraversava un momento di stasi, il mio interesse per l'Ebraismo aumentava. Leggendo, studiando, confrontandomi con alcuni amici ebrei avevo trovato risposte e risolto conflitti che da sempre avevo nel cuore.
La prima volta che sono atterrata all'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, ho provato un'inspiegabile senso di appartenenza. La prima volta che ho pregato al Muro del pianto, ho provato una emozione immensa, una commovente energia spirituale mi ha caldamente avvolta.
Volevo studiare in modo piu' serio e costante, ma vivendo in nave, non c'era scelta dovevo sbarcare. Questa aggiunta ad altre motivazioni mi hanno spinta a lasciare la vita in mare.
Qando il mio matrimonio con Itay fu annullato, furono in molti a credere che avrei messo da parte i miei studi. Tutt'altro!
Mi sono trasferita a Londra e sto cercando di costruire vita diversa dalla precedente anche e soprattutto dal punto di vista religioso.
Frequento la West London Synagogue (http://www.wls.org.uk/) continuo a studiare e sto valutando l'ipotesi di seguire un corso di introduzione all'ebraismo, ma prima voglio sentirmi "more confident with my english".
Ho aperto questo blog su consiglio di Anita Daimant, autrice del libro Choosing A Jewish Life.
Un libro che non solo ha il dono di spiegare in parole semplici concetti profondi, ma che riesce anche a rispondere a tutte le domande che inevitabilmente si pongono coloro i quali -come me- stanno valutando l'idea di diventare Jew by choice.
Questo mio blog vuole essere un semplice diario nel quale scrivere le emozioni legate al difficile viaggio che ho in qualche modo intrapreso. Sarei ben lieta se ci fosse un dibattito ed un confronto serio legato al tema della conversione o dell'ebraismo in generale.
Spesso in questo viaggio ci si sente soli e biasimati da entrambi i lati: parenti che in qualche modo si sentono traditi o quanto meno rinnegati, vecchi amici che ti credono "impazzita" o mentalmente prigioniera di una setta, born jewish friends che ti ripetono "ma chi te lo fa fare, e' cosi' difficile essere ebreo", altri ancora che ti dicono "tanto non sarai mai una di noi".
Questa raccolta di appunti sara' un modo per dire: NON SIAMO SOLI.